Non solo abusivi ma a quanto pare dannosi, i lavori che hanno ripreso subito dopo il lock down alla Vida: molti abitanti della zona in questi giorni devono restare con le finestre chiuse a causa delle forti esalazioni prodotte dal motore del mototopo in cui è posizionata la gru dei lavori, sempre acceso – nonostante l’obbligo dell’elettrificazione separata.
Le istituzioni restano a guardare incuranti e complici mentre all’interno dell’edificio si scava una voragine per costruire le fosse settiche puntellando le pareti dell’edificio per farlo reggere. Fosse settiche che – nonostante sia illecita l’apertura di un ristorante – sono proiettate ad attività ristorativa calcolando i numeri dei posti all’interno ma soprattutto all’esterno dell’immobile (poco meno di un centinaio!).
Non resta che a noi come sempre riprendere in mano questa vertenza, non dargliela vinta a questi arraffoni, privi di scrupoli, perché vogliamo una città da vivere veramente e non l’incubo a cui ci avevano abituati. L’emergenza epidemiologica ha reso visibile agli occhi di tutti questo gigante dai piedi d’argilla che è la monocultura turistica. Le misure di contenimento rendono, inoltre, necessari spazi di aggregazioni, ricreativi, didattici.
Se nulla sarà come prima qui di sicuro un ristorante non si può far passare!
Appuntamento: martedì 16 giugno, davanti alla Vida
Riceviamo e pubblichiamo la foto di un abitante del campo: